martedì 21 febbraio 2012

Un occhio al Pascoli di Massa

L'ultima volta che è uscito un articolo critico sulla struttura scolastica del Pascoli ero in seconda, almeno mi sembra. Mi ricordo che ci convocarono tutti in Aula Magna per far saltare fuori i "colpevoli". Quindi chissà cosa succederà quando, e se, il Preside (Mr. Bianchi) leggerà questo post.
Allora cerchiamo di ripercorrere il percorso che uno studente del Pascoli compie per entrare a scuola. Mettiamo che L. entri dal cancello principale, quello che è sul Viale della stazione. Se sta piovendo L. si bagna per poter entrare perchè si creano delle immediate pozzanghere, proprio dietro al cancello. Ma se il problema della struttura fosse solo questo L. starebbe benissimo.
Ok, L. si è appena bagnato le scarpe e percorre veloce il vialetto che lo porta ad aprire la porta per entrare a scuola. Cammina velocemente per il corridoio, svolta leggermente a destra e subito dopo a sinistra. Entra in palestra.
Ah! La palestra! Formalmente è agibile, almeno penso. Un anno fa i professori di ginnastica riuscirono a farla chiudere per circa un mese per farla riparare! Dopo un mese di lezioni teoriche anche nell'ora di ginnastica tornanno in palestra! Mi guardai attorno e... notai che non era cambiato nulla tranne qualche chiazza di cemento buttato un pò qua e un pò là, quasi fosse un cerotto, sulle crepe o sulle parti di intonaco che cadevano. In più avevano osato tirare giù un pezzo di tetto per vedere in che stato erano le travi di metallo al suo interno. Scoperto che queste ultime erano inesorabilmente e visibilmente arruginite non ci rimisero neppure altro cemento a cercare di mascherarle. No, ci misero una rete a maglie larghe di ferro. Per sicurezza. Infondo alla palestra, sulla destra, c'è una porta sempre chiusa. E' vietato aprirla. Bhè una volta la vidi aperta. Dentro a quella stanza c'è un tantissima muffa, umidità e  l'aria è irrespirabile... Ce l'avete presente una giungla?!? Uguale.
Ok andiamo in classe. Saliamo le scale, ci fermiamo al primo pianerottolo per prendere qualcosa da mangiare alle macchinette. Si sente già un odore di fognature fortissimo, proveniente dai bagni. Una campanella rotta ci annuncia che è iniziata la seconda ora. Saliamo le scale, Giriamo a destra, superiamo i bagni maleodoranti ed entriamo in classe. In quasi tutte le classi c'è un qualche problema. Pavimento storto o una crepa particolarmente minacciosa sul muro, o un termosifone rotto (magari l'unico in una classe di trenta persone) che dovrebbe garantire una temperatura accettabile o, ancora, le finestre con le guarnizione di silicone ormai distrutte da anni.
Mettiamo che L. voglia fare un giretto. Mettiamo che vada nelle aule del lato Staffetti. E' un lato della scuola che ora è chiuso perchè il terremoto ha fatto sì che diventasse inagibile. Nel lato Staffetti c'erano una serie di crepe che percorrevano tutto il corridoio partendo dalla porta dei bagni. Ce n'era una, l'anno scorso, che in particolare mi ha sempre preoccupata. Era una crepa che tagliava a metà il muro di una delle quattro classi. Ora però è inagibile e per fortuna. Vi rendete conto di che pericolo correvano quegli alunni?
-Ma in caso di terremoto è tutto in sicurezza?- No. Le scale di emergenza erano proprio nel lato Staffetti, quello dichiarato inagibile a causa del terremoto. Sembra una barzelletta. In tutto l'edificio non c'erano altre scale di emergenza.
-Ma almeno la campanella pronta a suonare in caso di emergenza ci sarà!- Potreste obbiettare voi... Non abbiamo neppure quella.
Abbiamo un infermeria però...utilizzata come magazzino, almeno fino a tre giorni fa.
In compenso paghiamo le fotocopie 10 centesimi a foglio ed alcuni alunni, quelli più alti non riescono a stare seduti a modo al banco perchè esso è troppo piccolo. Alcuni banchi hanno ancora il buco del calamaio!
Per fortuna L. è sopravvisuto anche oggi. E' stata una giornata come tutte le altre ed ora può stare tranquillo a casa. Consapevole che tanto la sua scuola non verrà riparata. Ma L. non può stare più zitto e scrive.Vi scrive. L. sono io. Mary Moon, la vostra blogger.


Italia di serie A e di serie B

Da una parte ci sono facce truccate, corpi in giacca e cravatta oppure con un bel vestitino. E' l'Italia che decide. La parte d'Italia a cui nessuno può dire qualcosa. O meglio, ci si può provare ma quella parte d'Italia non ascolta. Ne è un esempio c'ho che Monti ha detto riguardo alla riforma dell'articolo 18. Si va avanti non importa neppure se i sindacati sono d'accordo. Importa solo che si riformi quell'articolo. Non importa neppure come, ormai, basta finirla di parlare dell'articolo 18. Poi che quell'articolo sia una delle tutele principali per i lavoratori non lo si ricorda neppure più.
Dall'altra parte ci sono le lavoratrici della Rai. Quelle che non potranno avere figli perchè un contratto glielo vieta. Vuoi un figlio? Ok, ti licenzio. Vieni messa alla porta come molte altre lavoratrici e come molti altri lavoratori. Ti ritrovi per strada. Senza più sapere come tirare avanti.
Da una parte ci sono degli impomatati che non andranno mai in galera perchè per processarli serve il loro consens, che non sempre viene dato.
Dall'altra ci sono i delinquenti. Quelli che in galera ci vanno. E che spesso ci muoiono.
Esistono ormai due Italie. Un Italia di serie A ed una di serie B.
Quella di serie A è numericamente inferiore ma gestisce il potere ed i soldi. Manda i figli in scuole privilegiate e così perpetra il proprio potere. Sei un politico? Anche tuo figlio sarà un politico. Così avviene per Bossi e per Di Pietro. Tanto per fare due esempi.
Quella di serie B è l'Italia che produce. Lavora nelle fabbriche, nei campi, negli allevamenti... insomma è la parte dell'Italia che si fa il culo.
Stranamente non è l'Italia di serie A a pagarepiù tasse. No, l'Italia di serie A si tiene le sue ville, le sue ferrari e le sue auto blu.
L'Italia di serie B invece paga di tutto. Pagano pure per poter lavorare!
Bella la nostra Italia...
Grazie angeli della Patria! (per lo meno ci siete voi!)