martedì 21 febbraio 2012

Italia di serie A e di serie B

Da una parte ci sono facce truccate, corpi in giacca e cravatta oppure con un bel vestitino. E' l'Italia che decide. La parte d'Italia a cui nessuno può dire qualcosa. O meglio, ci si può provare ma quella parte d'Italia non ascolta. Ne è un esempio c'ho che Monti ha detto riguardo alla riforma dell'articolo 18. Si va avanti non importa neppure se i sindacati sono d'accordo. Importa solo che si riformi quell'articolo. Non importa neppure come, ormai, basta finirla di parlare dell'articolo 18. Poi che quell'articolo sia una delle tutele principali per i lavoratori non lo si ricorda neppure più.
Dall'altra parte ci sono le lavoratrici della Rai. Quelle che non potranno avere figli perchè un contratto glielo vieta. Vuoi un figlio? Ok, ti licenzio. Vieni messa alla porta come molte altre lavoratrici e come molti altri lavoratori. Ti ritrovi per strada. Senza più sapere come tirare avanti.
Da una parte ci sono degli impomatati che non andranno mai in galera perchè per processarli serve il loro consens, che non sempre viene dato.
Dall'altra ci sono i delinquenti. Quelli che in galera ci vanno. E che spesso ci muoiono.
Esistono ormai due Italie. Un Italia di serie A ed una di serie B.
Quella di serie A è numericamente inferiore ma gestisce il potere ed i soldi. Manda i figli in scuole privilegiate e così perpetra il proprio potere. Sei un politico? Anche tuo figlio sarà un politico. Così avviene per Bossi e per Di Pietro. Tanto per fare due esempi.
Quella di serie B è l'Italia che produce. Lavora nelle fabbriche, nei campi, negli allevamenti... insomma è la parte dell'Italia che si fa il culo.
Stranamente non è l'Italia di serie A a pagarepiù tasse. No, l'Italia di serie A si tiene le sue ville, le sue ferrari e le sue auto blu.
L'Italia di serie B invece paga di tutto. Pagano pure per poter lavorare!
Bella la nostra Italia...
Grazie angeli della Patria! (per lo meno ci siete voi!)


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